Occorre considerare l’efficacia e la sicurezza dei fitoterapici, perchè possono contenere metalli pesanti, pesticidi, microtossine, batteri e funghi, virus e addirittura farmaci.
Tanto è naturale, male non fa: è un luogo comune completamente fuorviante.
Il mondo medico ufficiale è critico verso la fitoterapia, per cui il paziente perde il giusto punto di riferimento e si affida a erboristi, amici, giornali, televisione, internet...
Ma la prescrizione dovrebbe essere fatta da personale preparato ed esperto. In particolare nel bambino il ricorso alla fitoterapia è spesso vissuto dai genitori come rassicurante nella convinzione che tutto ciò che è “naturale” è sicuro, salutistico e senza dubbio migliore e preferibile ad un prodotto di sintesi.
Ma l’attività di un fitoterapico è collegata all’effetto dei suoi elementi chimici e la tossicità può essere legata ad un sovradosaggio, o ai componenti attivi contenuti, o anche all’interazione con altre sostanze o farmaci assunti contemporaneamente.
Se impiegata in maniera impropria, anche una pianta medicinale può indurre effetti indesiderati, interagire in modo dannoso con altri principi o persino causare intossicazione.
Non devono, poi, trarre in inganno la facile reperibilità delle erbe, che, notoriamente, possono essere acquistate liberamente, né la collocazione normativa di gran parte dei fitoterapici tra gli integratori alimentari. La fitoterapia può dare un aiuto complementare in molte terapie.
Occorre, però, considerare l’efficacia e la sicurezza dei fitoterapici, perché possono contenere metalli pesanti, pesticidi, micotossine, batteri e funghi, virus ed addirittura farmaci.
Alcuni fitoterapici, consigliati come “naturali” possono essere addirittura cancerogeni, se non tossici. È il caso dell’Erba querciola o Camedrio, epatotossica (epatite acuta fulminante!): è un veleno, ma viene consigliata per “dimagrire”. Aristolochia clematis può provocare il cancro ed è consigliata per la dismenorrea.
Lo stesso diffusissimo e famoso Matè, che ha attività caffeino simile, viene essiccata col fumo, per cui può aumentare il rischio di carcinoma esofageo; ed altre situazioni simili sono ben note.
Molte possono, poi, interferire con i farmaci oncologici, con danni facilmente immaginabili: ad esempio il Tamoxifene con i Fitoestrogeni, il Resveratrolo, la Silimarina, l’Hyperico.
I fitoterapici, a differenza dei farmaci, non prevedono il foglietto illustrativo, che riporta chiaramente precauzioni, controindicazioni ed effetti indesiderati, tuttavia anche i fitoterapici possono presentare effetti indesiderati e, tra questi, non vanno dimenticate possibili reazioni allergiche anche acute, epatiti tossiche, danni renali o stati alterati di coscienza.
Inoltre anche per i fitoterapici vi sono limitazioni specifiche, sia per età sia per condizioni quali gravidanza, allattamento, ecc.
A maggior ragione l’età pediatrica pone alcuni vincoli e richiede particolare attenzione: non è scontato, infatti, che un’erba utilizzabile nell’adulto lo sia anche nel bambino. Oppure nei più piccoli potrebbe richiedere il rispetto di particolari limiti di dosaggio.
Molti preparati vegetali sono veri e propri farmaci e, come tali, interagiscono con quelli tradizionali e fra di loro, provocando gravi problemi.
Ad esempio: l’iperico interagisce con la pillola anticoncezionale (riducendone l’effetto) e con la ciclosporina (usata, per esempio, come antirigetto nei trapianti); l’aglio e il ginkgo biloba interagiscono con l’aspirina, aumentandone l’effetto con il rischio di emorragie; il ginseng riduce l’efficacia del warfarin; il succo di pompelmo aumenta l’assorbimento dei farmaci a livello intestinale.
Le controindicazioni rappresentano la prima assunzione di responsabilità del prescrittore: verificare che la status patologico del paziente sia compatibile con le essenze proposte e che non ci siano incompatibilità di fondo.
Ricordiamo, ad esempio che il rabarbaro, assunto per lunghi periodi, dà proteinuria ed emoglobinuria, problemi cardiaci e neuromuscolari; il ginseng dà ipertensione, irritabilità, fino a effetti estrogeno-simili come dolore al seno e sanguinamento vaginale; la valeriana provoca dipendenza con conseguente insonnia, riduzione del battito cardiaco e aritmie; lo psillio può provocare blocchi intestinali, ecc.
Terrorismo?
Assolutamente no; semplice richiamo al primo comandamento: primum non nocere.
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